L'sola che non c'è è, più o meno, un'isola con meravigliose macchie di colore qua e là, e banchi di corallo, e vascelli pirati al largo, e selvagge tane solitarie, e gnomi che per lo più esercitano il mestiere di sarto, e caverne attraverso le quali scorre un fiume, e principi con sette fratelli maggiori, e una capanna che sta andando in rovina, e una vecchia signora straordinariamente piccola con il naso a becco ... / ... Di tutte le isole meravigliose, l'isola che non c'è è la più comoda e la più solida : non è nè troppo grande nè troppo articolata, non ha noiosi distacchi tra un'avventura e un'altra, anzi è graziosamente compatta. Quando voi ci giocate, di giorno, dopo averla costruita con le sedie e il tavolo, non ce niente che mette paura ma, nei minuti prima di addormentarvi, diventa reale ... / ... Anche voi adulti ci foste un tempo e, sebbene forse non vi approderete più, a volte potete udire il brusio della risacca ...

lunedì 22 settembre 2008

Il mendicante cieco

"L'amore è come un mendicante cieco, vaga per il mondo senza meta. Puoi riconoscerne il volto, ma solo chi gli andrà incontro lo guarderà negli occhi, per ritrovarci i suoi. L'amore non scorge l'egoista, ne il generoso, accoglie nel suo abbraccio, chiunque ne abbia cercato lo sguardo. Ama in modo incondizionato, ama te stesso, e il frutto dell'eterna pienezza, dimorerà per sempre nel tuo respiro. "

Un mendicante cieco dalla nascita, vagava attraverso gli immensi spazi bui della vita, ascoltando addolorato, la voce della gente, le risa delle giovinette, le urla dei bambini, nell'immaginare che volto avesse quel insensato vociare. Tutto gli appariva insapore, ma non ci stupisca oltre questa sua buia visione della vita, perché laddove non vivono i colori, il mondo appare sbiadita ed insensata cosa. Un giorno una timida luce prese a creare un varco al suo vedere, e l'uomo inizialmente spaventato da quella miriade di ombre, nate al contrasto con la fioca luce, pianse per il terrore. Quando la luce dell'amore si accende in un cuore, con essa s'infiammano ad una ad una le mille fiamme della conoscenza e al loro scintillare le ombre svaniscono per sempre.
Il povero mendicante ormai non più cieco, riprese a camminare per il mondo, stavolta i rumori della vita presero ad incarnarsi nelle persone, di cui sino ad allora aveva solo superficialmente ascoltate le voci. Ed in quel mondo nuovo, amò la gente, gridò con i bambini e rise con le giovinette. Un giorno molto lontano, quando il suo passato di cecità era ormai un ricordo, gli capitò di incontrare sulla sua via un altro mendicante cieco. Egli con il suo lungo bastone si faceva strada molestamente per la via, la sua cecità lo aveva reso avido ed arrogante. Con una violenza inaudita bastonava senza un minimo di attenzione qualsiasi cosa gli si facesse incautamente incontro.
L'uomo che aveva ritrovato nella vita, l'amore e la comprensione, vide nel passo incauto del mendicante cieco molto dolore per il suo prossimo. E pertanto gli strappò il bastone dalle mani, spezzandoglielo. Il mendicante cieco, che sino ad allora a causa della sua cecità aveva solo provocato dolore, aiutato anche dal suo bastone, si trovò improvvisamente senza bussola, e prese a gridare il suo profondo odio per la vita fermando il suo procedere. Avvilito, impaurito e disorientato tese le mani in avanti alla ricerca di un aiuto, trovando ad attenderlo le mani dello stesso uomo ...che gli aveva spezzato il bastone. Talvolta nella vita sono necessari dei piccoli traumi, affinché l'uomo possa riconoscere in se l'umiltà, essa è una delle porte della conoscenza, è un varco, ma non un filtro tra il vero e il falso. L'umiltà è un percorso difficile che schiaccia e solleva, talvolta assomiglia ad un maglione di lana tarlato, se lo indossi sempre sarai scambiato per uno straccione. Vestiti di umiltà solo quando é l'umile a chiedertelo, ma nel caso del mendicante cieco, l'umiltà era una porta che non aveva mai saputo aprire, ed ora un breve momento di dolore gli aveva aperto l'uscio, di una porta che gli apparteneva da sempre. L'uomo che nel passato era stato cieco, accolse il viandante, e lo guidò per mano sino al giorno in cui la sua piccola fiammella prese a brillargli intensamente nel cuore, e da quel momento lo lasciò andare per la sua strada.
Cleonice Parisi
Ciao Bimbi Sperduti,
come al solito Cleonice ci ha incantati; com'è vero, a volte siamo così ciechi da non vedere cosa davvero ci sta intorno, o meglio, non vogliamo vedere, non tanto per quello che ci circonda, ma il trapazzo che si ha nel cambiamento, come dice "Talvolta nella vita sono neccessari dei piccoli traumi" è vero. Senza di essi non potremmo mai riuscire a vedere tutto quello che,da ciechi avevamo solo immaginato.
Ora vi devo lascire i pellerosa mi stanno cercando ed io non mi devo fare trovare :-),Vi adoro troppo.Vostro
Peter

mercoledì 10 settembre 2008

Sono tornato :-D

Carissimi Bimbi Sperduti,
e' da tanto che ormai non mi faccio vivo...ma qui nell'isola non immaginate nenache delle avventure che mi sono successe prima delle vacanze; per cui dopo, ho dovuto prendermi una pocola pausa e riposarmi nel nostro rifugio. L'isola era gremita di gente. Quanto mi piace quando si riempie di voi piccoli bimbi sperduti, le grida, i giochi, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Qualcuno dei più intimi è venuto a farmi visita e ci siamo davvero diverititi e rifrescati. L'acqua della laguna delle Sirene è limpida e trasparente in ogni momento dell'anno :-D.

Bè però purtroppo le vacanze sono finite e l'isola si è svuotata, da adesso in poi molti l'isola sarà soltanto un luogo di passaggio, ma, lo sapete, anche con quel pochino di tempo che mi dedicate mi rende felice. Molti di voi inizieranno la scuola, o a studiare in generale, e come diceva il famossimo Eduardo De Filippo ( lo conosciamo anche noi dell'isola :-P)
" Gli esami non finiscono mai ",

percui, un in bocca ai pirati generale...serve sempre.
Ho pensato di farvi una piccola dedica, una poesia che ha scritto la, ormai nostra amica, Cleonice Parisi, che ringrazio ancora per il saluto che ci ha lasciato nella chat :-D .

A voi studenti

"Studere studere post mortem quam valere?"

"Dopo la morte non saprei, ma qui vale tanto"


A voi popolo del domani
a voi menti sapenti
o ancor dormienti
a voi studenti
è tempo di proventi.

Le vostre menti
che siano ferventi
e scalpitanti gli intenti
al momento siate attenti.

Voi siete i vincenti
abbracciate l'impresa
voi che ne pagate già la spesa.

Il doman vi aspetta
nello studio crescete in fretta
la sorte del mondo
al vostro cor è stretta.

Cleonice Parisi
Bacini Peter