L'sola che non c'è è, più o meno, un'isola con meravigliose macchie di colore qua e là, e banchi di corallo, e vascelli pirati al largo, e selvagge tane solitarie, e gnomi che per lo più esercitano il mestiere di sarto, e caverne attraverso le quali scorre un fiume, e principi con sette fratelli maggiori, e una capanna che sta andando in rovina, e una vecchia signora straordinariamente piccola con il naso a becco ... / ... Di tutte le isole meravigliose, l'isola che non c'è è la più comoda e la più solida : non è nè troppo grande nè troppo articolata, non ha noiosi distacchi tra un'avventura e un'altra, anzi è graziosamente compatta. Quando voi ci giocate, di giorno, dopo averla costruita con le sedie e il tavolo, non ce niente che mette paura ma, nei minuti prima di addormentarvi, diventa reale ... / ... Anche voi adulti ci foste un tempo e, sebbene forse non vi approderete più, a volte potete udire il brusio della risacca ...

lunedì 22 settembre 2008

Il mendicante cieco

"L'amore è come un mendicante cieco, vaga per il mondo senza meta. Puoi riconoscerne il volto, ma solo chi gli andrà incontro lo guarderà negli occhi, per ritrovarci i suoi. L'amore non scorge l'egoista, ne il generoso, accoglie nel suo abbraccio, chiunque ne abbia cercato lo sguardo. Ama in modo incondizionato, ama te stesso, e il frutto dell'eterna pienezza, dimorerà per sempre nel tuo respiro. "

Un mendicante cieco dalla nascita, vagava attraverso gli immensi spazi bui della vita, ascoltando addolorato, la voce della gente, le risa delle giovinette, le urla dei bambini, nell'immaginare che volto avesse quel insensato vociare. Tutto gli appariva insapore, ma non ci stupisca oltre questa sua buia visione della vita, perché laddove non vivono i colori, il mondo appare sbiadita ed insensata cosa. Un giorno una timida luce prese a creare un varco al suo vedere, e l'uomo inizialmente spaventato da quella miriade di ombre, nate al contrasto con la fioca luce, pianse per il terrore. Quando la luce dell'amore si accende in un cuore, con essa s'infiammano ad una ad una le mille fiamme della conoscenza e al loro scintillare le ombre svaniscono per sempre.
Il povero mendicante ormai non più cieco, riprese a camminare per il mondo, stavolta i rumori della vita presero ad incarnarsi nelle persone, di cui sino ad allora aveva solo superficialmente ascoltate le voci. Ed in quel mondo nuovo, amò la gente, gridò con i bambini e rise con le giovinette. Un giorno molto lontano, quando il suo passato di cecità era ormai un ricordo, gli capitò di incontrare sulla sua via un altro mendicante cieco. Egli con il suo lungo bastone si faceva strada molestamente per la via, la sua cecità lo aveva reso avido ed arrogante. Con una violenza inaudita bastonava senza un minimo di attenzione qualsiasi cosa gli si facesse incautamente incontro.
L'uomo che aveva ritrovato nella vita, l'amore e la comprensione, vide nel passo incauto del mendicante cieco molto dolore per il suo prossimo. E pertanto gli strappò il bastone dalle mani, spezzandoglielo. Il mendicante cieco, che sino ad allora a causa della sua cecità aveva solo provocato dolore, aiutato anche dal suo bastone, si trovò improvvisamente senza bussola, e prese a gridare il suo profondo odio per la vita fermando il suo procedere. Avvilito, impaurito e disorientato tese le mani in avanti alla ricerca di un aiuto, trovando ad attenderlo le mani dello stesso uomo ...che gli aveva spezzato il bastone. Talvolta nella vita sono necessari dei piccoli traumi, affinché l'uomo possa riconoscere in se l'umiltà, essa è una delle porte della conoscenza, è un varco, ma non un filtro tra il vero e il falso. L'umiltà è un percorso difficile che schiaccia e solleva, talvolta assomiglia ad un maglione di lana tarlato, se lo indossi sempre sarai scambiato per uno straccione. Vestiti di umiltà solo quando é l'umile a chiedertelo, ma nel caso del mendicante cieco, l'umiltà era una porta che non aveva mai saputo aprire, ed ora un breve momento di dolore gli aveva aperto l'uscio, di una porta che gli apparteneva da sempre. L'uomo che nel passato era stato cieco, accolse il viandante, e lo guidò per mano sino al giorno in cui la sua piccola fiammella prese a brillargli intensamente nel cuore, e da quel momento lo lasciò andare per la sua strada.
Cleonice Parisi
Ciao Bimbi Sperduti,
come al solito Cleonice ci ha incantati; com'è vero, a volte siamo così ciechi da non vedere cosa davvero ci sta intorno, o meglio, non vogliamo vedere, non tanto per quello che ci circonda, ma il trapazzo che si ha nel cambiamento, come dice "Talvolta nella vita sono neccessari dei piccoli traumi" è vero. Senza di essi non potremmo mai riuscire a vedere tutto quello che,da ciechi avevamo solo immaginato.
Ora vi devo lascire i pellerosa mi stanno cercando ed io non mi devo fare trovare :-),Vi adoro troppo.Vostro
Peter

mercoledì 10 settembre 2008

Sono tornato :-D

Carissimi Bimbi Sperduti,
e' da tanto che ormai non mi faccio vivo...ma qui nell'isola non immaginate nenache delle avventure che mi sono successe prima delle vacanze; per cui dopo, ho dovuto prendermi una pocola pausa e riposarmi nel nostro rifugio. L'isola era gremita di gente. Quanto mi piace quando si riempie di voi piccoli bimbi sperduti, le grida, i giochi, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Qualcuno dei più intimi è venuto a farmi visita e ci siamo davvero diverititi e rifrescati. L'acqua della laguna delle Sirene è limpida e trasparente in ogni momento dell'anno :-D.

Bè però purtroppo le vacanze sono finite e l'isola si è svuotata, da adesso in poi molti l'isola sarà soltanto un luogo di passaggio, ma, lo sapete, anche con quel pochino di tempo che mi dedicate mi rende felice. Molti di voi inizieranno la scuola, o a studiare in generale, e come diceva il famossimo Eduardo De Filippo ( lo conosciamo anche noi dell'isola :-P)
" Gli esami non finiscono mai ",

percui, un in bocca ai pirati generale...serve sempre.
Ho pensato di farvi una piccola dedica, una poesia che ha scritto la, ormai nostra amica, Cleonice Parisi, che ringrazio ancora per il saluto che ci ha lasciato nella chat :-D .

A voi studenti

"Studere studere post mortem quam valere?"

"Dopo la morte non saprei, ma qui vale tanto"


A voi popolo del domani
a voi menti sapenti
o ancor dormienti
a voi studenti
è tempo di proventi.

Le vostre menti
che siano ferventi
e scalpitanti gli intenti
al momento siate attenti.

Voi siete i vincenti
abbracciate l'impresa
voi che ne pagate già la spesa.

Il doman vi aspetta
nello studio crescete in fretta
la sorte del mondo
al vostro cor è stretta.

Cleonice Parisi
Bacini Peter

martedì 1 luglio 2008

La realtà

La Realtà era stanca e senza allegria, camminava come un antica vedova tra le strade di una città affollata, fatta da volti distratti e distanti. Ma il giungere della primavera depositò ai confini della sua spiaggia l'Amore. Gioia inattesa e grande serenità, pervasero il cuore della Realtà, che incominciò a camminare con passo diverso tra quelle strade affollate, e nei volti della gente, non riconobbe più il distacco, ma grandi e contagiosi Sorrisi. Quell'AMORE alimentò il vivere della Realtà, accendendo un fuoco spento ormai da tempo quello dell'Entusiasmo. Passò di lì un uomo solo, e percependone l'inteso profumo, ne restò Estasiato. Fu così che raccolse un mazzetto di fiori semplici per fargliene omaggio, mentre con passo spedito prese ad avvicinarsi a quella Realtà, e quando finalmente l'ebbe raggiunta, in quella Realtà l'uomo, vi riconobbe la sua Vita.

Cleonice Parisi

giovedì 22 maggio 2008

Regina di Cuore

Taci cuore, guai nei hai fatti tanti, accontentati di quello che il vivere ti offre, taci! Cosa vuoi, dove mi vuoi portare, non posso radere al suolo tutto quello che ho costruito, con tanto dolore e grandi sacrifici!

Mia regina, il cuore ha negli occhi la luce, e rifuggirà sempre le ombre. Non potrò mai tacere, mi spiace, da quando mi concedesti parola io non ho mai smesso di cantar alla vera vita, ed oggi non puoi più far tacere la mia voce, ora che di cuore sei fatta.

Basta, impazzirò, vuoi vedermi morta, accontentati, accontentati!

La regina era stanca di camminare sulla strada del cuore, che prendeva sempre sentieri stretti e solitari, dove raccoglieva ortiche chiamandoli miracoli, ma lei di miracoli non ne aveva mai visti.
La regina era ormai l'ombra di se stessa, la sua ombra aveva corpo e poteva osservarla da troppo tempo seduta sul ciglio di strada, afflitta e malinconica, avvolta da un silenzio funebre. La regina le andò incontro e mentre con una mano le carezzava il capo disse:

Cara ti capisco, hai dolore ed io soffro con te, è colpa del cuore, ma il cuore lo sai non può tacere!

L'ombra prese a piangere disperata, dicendo:

Regina non ho con me la forza per andare avanti, son qui su questo ciglio di strada da tempo, ormai le ragnatele hanno cucito i miei piedi alla terra, ed io anche volendo non riesco più ad alzarmi.

La regina si girò con odio verso il suo cuore e piena di rabbia sibillò:

Vedi cosa hai fatto, hai buttato la mia ombra nella disperazione! Ti odio!

Il cuore era ormai un sole alto nel cielo, la regina per guardarlo dovette alzare di molto lo sguardo, e quando finalmente lo vide giungere a dimora, ritornò a guardare alla sua ombra non trovandola più.
Meravigliata si girò rapidamente verso il cuore:

E la mia ombra? Che fine ha fatto, era qui legata alle sue ragnatele?

Il cuore sorrise per l'ingenuità della sua regina.

Il sole è sorto, non ci sono ombre in questo cielo, mia signora.

La regina guardò al suo orizzonte, è il peso che aveva nel cuore sembrò dissolversi all'istante, furono lacrime di gioia quelle che scesero dai suoi occhi brillanti, nuove scarpe apparvero ai suoi piedi e il cammino divenne leggero.

E il cuore disse:

Il sole del cuore nasce, cresce ma non muore. Mai si fermi il cammino dell'uomo che ascolta la voce del cuore, se vorrà veder sorgere il suo sole.



Cleonice Parisi

lunedì 12 maggio 2008

Rieccomi :-P

Ciao bimbi sperduti,

vedo che l'idea dell'indovinello non vi è piaciuta tanto ... a parte qualcuno che mi ha contattato a posta per sapere la risposta ... la risposta era "QUANDO SI FERMA SCENDO DALLA GIOSTRA" ... ahahahahaha ... che scimità vero ? :-)
Comunque penso che tornero con le mie storielle trovate qui e li per il mondo :-) ... ma voi non siate così passivi, io ci sono qui lasciate anche un segno del vostro passaggio ... Vi voglio un mondo di bene ..





Peter

domenica 20 aprile 2008

Indovinello


Ciao bimbi sperduti,
da quanto tempo :-( ... ho avuto tanto da fare che non ho avuto neanche il tempo di scrivervi ... sono un bimbo imperdonabile :-( ... però mi voglio fare perdonare e vi butto lì un'indovinello ... chissa chi riuscirà a indovinarlo ... ahahah :-) ... in bocca ai lupi ;-) ...



Sei seduto su un'auto che viaggia a velocità costante. A destra, il vuoto. Davanti a te c'è un camion dei pompieri che viaggia alla tua stessa velocità. Dietro di te un elicottero che rimane sempre alla stessa distanza da te. A sinistra, una mucca, che si muove alla tua stessa velocità. Come fai ad uscire da questa situazione?


Dai, scommetto che se ci pensate un po ci arrivate :-) ... un fortissimo bacio [Rispondete nella chat ;-)]

Peter

lunedì 24 marzo 2008

Voglio una vita spericolata VS Voglio una vita tranquilla la la

Ciao bimbi sperduti,
come sono andati questi brevi giorni di vacanza ? Spero bene a tutti :-D; io li ho passati tra mille dubbi e scervellandomi cercando di dare una risposta a una domanda che odio profondamente "COSA VOGLIO FARE DA GRANDE ?" ... "CERCARE DI REALIZZARE I PROPRI SOGNI, ANCHE SE UN PO FITTIZZI, O CERCARE DI CREARSI UN FUTURO LAVORATIVO REDDITIZIO MA CHE NON RIENTRA AL 100 % NEL MIO CANONE DI LAVORO IDEALE ?"; bè ho tempo per rispondere, purtroppo non tanto, ma ce la devo fare :-), anche se sono sicuro che arriverò il giorno prima ancora a scervellarmi :-). Cambiamo argomento :-D.

Bene vedo dal risultato del sondaggio che con il 47 % di voi preferisce una VITA TRANQUILLA, come poi la preferisce Tricarico :-)

Mentre noto che il 52 % di voi vuole una VITA SPERICOLATA,
come il mitico Vasco :-)

Bè ora vi lascio con un grandissimo bacetto a tutti e alla prossima :-)


Peter

venerdì 7 marzo 2008

Ciao bimbi sperduti,
che si dice ? qui è uno stress completo la mia ultima avventura è stato svuotare lo scatalone della scuola ... quanti ricordi ... ho diecimila "schifezze" in camera, e chi mi conosce lo sa, ma ogni cosa mi ricorda l'avvenimento e mi riporta indietro di qualche anno. C'è stata una severa selezione, hanno conocorso il quaderno di Matematica, di Fisica, di Estimo; tra questi ho trovato un quaderno, mi era famigliare, ma non ricordavo cosa vi fosse dentro, aprirlo mia ha catapultato bruscamente a 13 anni :-) ... era il quaderno delle mie poesiole che scrivevo.
Tra tutte ne ho scelta una in particolare, che alcuni sanno già, da condividere con voi ... spero vi piaccia :-D.

La Notte

La notte è per chi si nasconde, per chi ha paura,

la notte è rimorso per qualche cosa fatta durante la giornata;

perchè quando è notte e stai nel tuo letto pensi alla tua gioranta;

alle tue azioni belle o brutte che siano state;

pensi ai tuoi problemi, agli amici e a tutto ciò che ti è intorno;

pensi chi ami o chi ti a amato;

pensi alla tua vita, quella che vivi oggi e di come potresti viverla in futuro.

Pensi fino a quando la mente si oscura,

facendoti trovare in un mondo tutto tuo dove ciò che accade è solo per tua volotà;

questo mondo è quello dei tuoi sogni.


Spero vi sia piaciuta :-); ora vado, un forte bacio.


Peter

lunedì 3 marzo 2008

Il fiore della felicità



C’era una volta un bosco che non era un bosco qualsiasi, ma un bosco nel quale gli alberi, i sassi e gli animali parlavano come gli esseri umani. C’è anche da dire, però, che questo avveniva solamente di notte. Di giorno era un bosco come tanti altri.In quel bosco nessuno ci aveva mai messo piede in quanto i suoi confini erano segnati da spessi rovi spinosi che scoraggiavano chiunque ad avvicinarsi.Nel paese, in fondo alla valle, si diceva che in quel bosco crescesse il fiore della felicità e che chiunque fosse riuscito a toccare tale fiore sarebbe stato felice per tutta la vita. Come si potrà immaginare tantissime persone si erano messe in cammino per entrare in quel bosco in cerca di quel fiore speciale. Le persone arrivavano piene di entusiasmo e portavano con sé anche delle falci e delle accette per abbattere i rovi poichè sapevano quanto erano spessi, intricati e pungenti.Il fatto è che nessuno riuscì mai ad aprirsi un varco per entrare in quel bosco poichè nel medesimo istante in cui il rovo veniva violentemente reciso, un altro più forte e irto di spine si ergeva davanti a colui che tentava di passare.Un giorno arrivò da quelle parti un giovane che amava molto passeggiare in mezzo ai boschi ed era di temperamento mite e molto curioso. Notò quei rovi spessi ed intricati e cercò fra di loro un passaggio costeggiando quel luogo selvatico lungo il sentiero che lo circondava. Cammina e cammina, il tempo passava, ma il giovane non trovò proprio nessun varco per poter entrare in quel luogo che stava diventando per lui assai misterioso. Si accorse che il sole stava tramontando e la notte cominciava a stendere il suo scuro mantello sopra ogni cosa. Pensò che doveva tornare sui suoi passi e correre velocemente verso il paese. Per fortuna era una notte limpida e serena illuminata dalla luna piena che, come una regina, troneggiava nel cielo stellato. Mentre stava accelerando il passo girò il capo nuovamente verso quel bosco inaccessibile e gli parve di udire delle voci. Si fermò di botto e rimase in ascolto. "Felicità, ora canteremo per te" proferì una vocina lieve lieve. "C’è la luna, possiamo starcene all’aperto" dissero altre voci. Il nostro amico, che si chiamava Otto, non credeva alle proprie orecchie e si alzò sulle punte dei piedi allungando anche il collo per vedere da dove provenivano quelle voci. In quel momento perse leggermente l’equilibrio e, nel ricomporsi, provocò un piccolo rumore sul sentiero sassoso. "C’è qualcuno là fuori" sentì dire dall’interno dei rovi.Siccome Otto era anche un giovane coraggioso, disse: "Chi si nasconde fra i rovi? Non fatemi del male perché ho con me il fucile e sarà peggio per voi" "Oh, non temere" rispose una vocina squillante "noi non facciamo male a nessuno, caso mai sono gli umani che spesso fanno del male a noi" ."Gli umani?" chiese Otto."Si, gli umani, vogliono entrare nel nostro bosco e ci fanno tanto male con le loro falci ed accette." "Ma voi chi siete?" chiese il nostro amico. "Noi siamo quello che vedi davanti ai tuoi occhi" risposero. Allora Otto sgranò i suoi occhioni scuri e vide fra i rovi un’infinità di occhietti vispi puntati su di lui. "Io non capisco chi voi siate" disse "posso entrare per vedere meglio?" chiese. "Solo se poggi il fucile per terra e liberi le mani da ogni cosa" risposero.Allora Otto poggiò il fucile per terra e cominciò a spostare delicatamente i rami spinosi, facendosi largo, finchè giunse davanti ad una piccola radura. Si guardò intorno, ma non vide anima viva, solo quegli occhietti vispi che spuntavano da ogni tronco, ramo e sasso là intorno. All’improvviso si levò nell’aria un coro che intonò una dolcissima canzone mentre una brezza leggera muoveva i fili d’erba e le fronde degli alberi come in una danza.In quel momento il prato fu illuminato da una miriade di fiori bianchi che luccicavano ai raggi della luna.Le voci del coro si smorzarono lentamente e intorno si levò un leggero brusio. Allora, una vecchia quercia che stava di fronte al nostro amico, così parlò: "Caro giovane Otto, questa notte hai visto dove vivono i fiori della felicità. Sono gelosamente custoditi in questo bosco perché non vogliamo che vengano sciupati nel mondo, la fuori. Ora, se tu ne coglierai uno, potrai essere felice per tutta la vita e così pure i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, ma ad una condizione: dovrai sempre seguire la via del bene e fuggire dai sentieri del male. La via del bene è quella che ti indicherà il tuo cuore, quella del male quella che ti indicherà il tuo egoismo. Potrai permettere di toccare il fiore della felicità a tutte le persone che lo desiderano" continuò la vecchia quercia "ma dovrai precisare che l’effetto della felicità svanirà se non osservano ciò che ti ho appena detto". Il giovane Otto allora si chinò e raccolse uno di quei fiori bianchi: "Farò come dici tu, lo prometto, grazie" disse.Nel frattempo stava ormai albeggiando e Otto sentì il desiderio di tornare alla sua casa; si girò per vedere se c’era ancora il piccolo varco fra i rovi e, riconosciutolo, si avviò con passo deciso. Gli occhietti erano spariti e una brezza leggera lo accompagnava fin sull’orlo della stradina.Era fuori. E aveva in mano il fiore della felicità.Giunto al paese raccontò la sua avventura, ma non tutti gli credettero.Taluni però vollero toccare quel fiore e promisero di osservare le raccomandazioni che il giovane aveva ricevuto dalla vecchia quercia.E si sa che furono loro, poi, ad assaporare il raro e squisito sapore della felicità.
Giovanna Giordani

martedì 26 febbraio 2008

Legenda Africana

Ciao bimbi sperduti :-),
da quanto tempo che non vi scirivo he ? Ma ho avuto molto da fare, tantissime avventure. Però non vi ho abbandonato, anzi, vi ho scritto delle storielle con nascoste piccole lezioni che dobbiamo tutti imparare :-).
Sono tornato dalla mia ultima avventura, e volando per tutto il mondo prima di tornare a casa, ho sentito, in Africa, una piccola legenda che ha attirato la mia attenzione. Diceva così :

Perchè i pipistrelli volano di notte
- Africa-
Tanto tempo fa, gli animali e gli uccelli avevano cominciato a non andare d'accordo. Litigavano e si facevano spesso i dispetti. I pipistrelli, in tutta questa confusione, non sapevano da che parte stare. Visto che simpatizzavano per gli uccelli, i pipistrelli si misero dalla loro parte. Ma gli uccelli non li volevano vicino, perche' li consideravano animali. "Abbiamo le ali" sostenevano i pipistrelli. Dopo alcune insistenze, gli uccelli li accettarono. Purtroppo gli animali ebbero la meglio, in quella guerra che si era scatenata. Quindi, i pipistrelli volarono da loro . "Voi non siete animali" risposero leoni ed elefanti. "Guardate i nostri denti", replicarono i pipistrelli e mostrarono i piccoli canini. Gli animali li cacciarono e gli uccelli non vollero dalla loro dei traditori. Senza nessun gruppo al quale aggregarsi, i pipistrelli cominciarono a evitare di mostrarsi durante il giorno e a volare e cacciare di notte.

Bè adesso vi devo lasciare :-) ... spero vi sia piaciuta :-)
Peter

lunedì 18 febbraio 2008

L'alibi del Burattino


E se non volessi appartenere a questo grande disegno?
Disse una puntina d'inchiostro alla grande mano che impugnava con disinvoltura il pennello del vivere.
Sono meno di un puntino in questo grande disegno, laddove io sento palpitare fortemente la mia vita. Alza la mano da questo foglio che è il vivere, troppe tinte buie hai usato nel tuo operare.
La grande mano aveva taciuto sino a quel momento alle molteplici lamentele della puntina d'inchiostro, ma ora stanco delle sua implacabile foga decise di mettere fine a quello sproloquio di parole insensate, dicendo:
Di questo disegno io possiedo la visione dell'intero, piccola puntina, cosa che dalla tua posizione non è possibile avere, incomprensibile sarebbe l'intera immagine ai tuoi occhi, niente di quello che conosci nel vivere è neanche lontanamente paragonabile a ciò che vedresti. Pertanto non aggiungere altro alle tue già molteplici lamentele, accetta il tuo respiro senza troppo chiederti. Piuttosto ascolta questa storia:
Un fiume che scorreva placido ai piedi di una grande montagna, un giorno disse: Spostati monte! Ostacoli il mio percorso.
La montagna dall'alto della sua vetta fece, un grande sforzo per riuscire a visualizzare quale elemento del vivere avesse ardito a tanto, e poi tra un sorriso e una beffa rispose:
Come osi tu piccolo e mediocre fiume ordinare ad una montagna di spostarsi, modifica piuttosto tu il tuo percorso! Dovresti sapere che non si può chiedere ad una montagna di spostarsi.
Ma il fiume non si diede per vinto ed incominciò ad andare contro il monte, con tutto l'impeto di cui era capace, cercando di creare un varco nella sua dura e compatta terra. Ma ahimè non riuscì neppure a scalfirla, e quel giorno sfinito e privo di energia, finì per non avanzare più, restando immobile ai piedi di quella grande montagna, e le sue acque divennero stagno buio e melmoso.


Grande mano le tue storie sono belle ed hanno sempre una morale profonda e veritiera, ma stavolta non vedo cosa c'entra con me questa favola.
Vedi piccola puntina d'inchiostro, quel fiume arrogante e poco malleabile, nel cozzare la testa contro la montagna ha finito per fermare il suo fluire, e tu nel dubitare troppo, rischi di finire come il piccolo fiume divenuto stagno, fermando il tuo procedere, e da acqua pura e cristallina, rischi di tramutarti in acquitrino fetido e stagnante.
Grande mano, sai solo annunciare i tuoi nefasti progetti.
Puntina d'inchiostro, ma quando capirete che a dirigere i passi della vostra vita, siete stati sempre e solo voi, continuate ancora a nascondervi dietro all'alibi del burattino, invece di accettare le vostre responsabilità. Sappiate che il vivere oggi sarà il risultato del vostro aver ben operato, un operare che non sia rivolto al solo raggiungimento personale, ma bensì proiettato nella visione del molteplice, ricordatelo non esiste l'uomo come singolo individuo ma l'umanità intera come unico essere, tutti voi siete dei piccoli rivoli d'acqua che andrete ad alimentare un grande fiume, e sarà quel grande fiume che un giorno si congiungerà al mare. Ora vieni con me puntina d'inchiostro voglio mostrarti il grande disegno, ti dissi che le cose cambiano a secondo della posizione da cui si vedono, e tu ora vedrai attraverso gli occhi di Dio il suo meraviglioso progetto.
La Grande mano prese la piccola puntina d'inchiostro e la elevò in alto sino al cielo e poi disse:
Cosa vedi?
Vedo un capolavoro di colori - disse colma di meraviglie la puntina – vedo fiori dal profumo intenso, vedo pace, serenità, amore, ma come può essere se nel vivere non ritrovo niente di tutto ciò?
La grande mano non rispose e lentamente prese a riportarla giù nel grande disegno, e la puntina dall'alto vide quelle immagini che l'avevano appena lasciata estasiata, sempre più vicine, tanto vicine da riuscire a scorgere le fattezze di ogni piccolo puntino, e riconobbe il canto delle mamme, riconobbe il lavoro di ogni uomo, vide il sorriso dei bambini, le passioni, così come riconobbe il dolore, le guerre, gli orrori, tutto ma proprio tutto apparteneva a quel meraviglioso disegno che era il vivere, e niente più le parve abominio ma solo la strada per raggiungere la comprensione e l'amore collettivo. Percepì anche che il disegno non era ancora completo, ma che stava prendendo forma attimo dopo attimo sotto i suoi occhi increduli, e quando la grande mano la ridepositò nel luogo dal quale l'aveva presa capì.
Ho capito grande mano, il disegno del vivere è fatto di tante tinte, ma tutte prima o poi genereranno amore.
È scritto ogni fiume giungerà al mare ed ora il suo messaggio mi appare chiaro, ogni cosa nasce complessa ma diverrà semplice, ogni cosa nasce cattiva ma nel cammino diverrà buona. Questa è la legge che vige sul vivere, a cui nessuna puntina d'inchiostro potrà mai sottrarsi, è l'amore sarà il libro sul quale scriveremo le pagine della nostra storia. Una sola legge universale vige sul vivere la legge dell'Amore, e solo ad essa io mi inchinerò, oggi e sempre.
Grazie d'avermi resa partecipe del tuo grande progetto, che sia la mia voce la tua voce, da oggi non remerò più contro di te.
Puntina d'inchiostro riprendi il tuo percorso, tu non diverrai mai stagno, perché nelle tue acque scorre l'amore, guarda al tuo orizzonte la tua montagna si inchina, non ostacolerà più il tuo percorso. Vivi Felice.


Scritto da :Cleonice parisi

domenica 3 febbraio 2008

Salve bimbi sperduti, è da tanto che non mi faccio vivo, mi dispiace, ma sono stato molto impegnato tra le mille avventure che la vita mia ha messo da vanti, tante decisioni prese con fierezza e sempre a testa alta e non importa se ci siano state vittorie o sconfitte perchè se la vita è una ruota, bè i vincitori qualche volta perderanno e i vinti qualche volta vinceranno. In questo periodo ho verificato quanto realmente l'uomo abbia problemi, e non riesco a capirne il motivo, accadono cose di cui non sai darti risposta e se chiedi a qualcuno di aiutarti bè, sarà inutile perchè neanche lui sa realmente il perchè di quello che accade; faccio un esmepio. Una persona è impegniato in qualcosa, e casomai ha anche un ruolo di spicco, di questa persona vengono dette di cotte e di crude, poi, per qualche ragione, viene trasferito, e all'improvviso da che era quello giudicato e sparlato diventa un santo ... mmm ... io non riesco a spiegarmi il motivo, forse l'ipocrisia umana è indecifrabile, mha, risposta non c'è. Forse starò sbagliando però, voi cosa ne pensate ? avete idee ? esperienza simili da raccontare ? o sapete darmi una risposta ? se si scrivete sulla chat o commentate sarò lieto di ricevere dei vostri pensieri :) un forte Bacio



Peter

venerdì 18 gennaio 2008

La libertà ...


" Come la bianca ala
dell'albatros sul monotono
respiro del Pacifico, così,
vagabonda per vagare, va la vela
del vero marinaio "
Hugo Pratt

mercoledì 9 gennaio 2008

Vagando per internet



" Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni... Però ciò che è importante non cambiare; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea d'arrivo c'è una linea di partenza. Dietro ogni successo c'è un'altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite... insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te. Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Però non trattenerti mai! "

Madre Teresa di Calcutta

ANNUNCIAZIONE :D